Poema Razzisti all'inferno!
Tragedia cilena
Nella notte, i boia,
affillavano i coltelli.
nel giorno, come vittime,
si strappavano le vesti,
si strappavano i capelli,
mostrando sulle piazze
le loro pentole vuote,
celando sotto i lini
le loro pance piene.
In Cile era da secoli
che il povero piangeva,
ma lo lasciavan piangere:
il pianto dell'oppresso
nessuno lo raccoglie,
fuori che l'oppresso stesso.
Ma quando pianse il ricco,
perché l'Indio affamato,
gli tolse dalla bocca,
un unico fagiolo;
...al pianto degli dèi...
allora si commosse
uno spietato esercito:
di cardinali e pennivendoli,
fascisti e generali,
borghesi e imperialisti.
Allora, guai all'Indio!
Guai !a colui che ha osato!
guai! s'è disarmato!
Le multinazionali,
piangenti per il rame,
disciolsero la muta:
e Nixon fu la testa,
e Frei fu la pupilla,
e Pinochet fu il braccio.
I satrapi, i transfuga,
i condannati a morte
dal divenire storico;
quest'ultima canaglia,
che prima di sparire,
massacra interi popoli,
afferma, che:
" Uccide per la patria!..."
Ma le loro bombe di fuoco,
con occhi e con veleno,
non caddero a distruggere
le iene di New York;
le quali banchettavano
sul corpo della patria;
ma impietose caddero
nei ghetti, nelle fabbriche,
nei campi, nelle scuole,
Là! dove il Cile e il suo popolo
vivevano il riscatto.
E mille e mille corpi,
che il virus della fame
aveva levati in piedi,
vennero massacrati;
e mille e mille menti,
vennero cancellate,
perché nel cuore avevano
l'idea liberatrice,
che Pinochet chiamò:
" Il cancro del marxismo! "
E tutto ciò l'ha fatto,
per riproporre intatto,
il cancro di New York!!