Di sera
Si occulta il sole e lascia l'emisfero
cedendo il passo ad una bruna sera.
Il vento, fresco, spandersi leggero:
si fa vibrante tutta l'atmosfera.
L'ombra scomparsa rende uniformata
la terra: non dà forma ai suoi rilievi;
il giorno non si ferma, la serata
lo inoltra in tempi dai rumori lievi.
Ecco la luna, dalle guance bianche,
che spande intorno l'argentata luce.
L'ombra ritorna nelle zone franche,
i predatori al movimento induce.
Volteggia il gufo, grida la civetta:
sono atterriti i meno forti uccelli,
il pipistrello, su e giù saetta;
io mi godo questi posti belli.
Dal Vialone miro la pineta:
ferma, uniforme, svetta nelle punte
intrise di rugiada. Quella quieta
cessa al soffiare delle brezze giunte.
Dal Vialone miro la distesa
del mar Tirreno, naturale icona.
Specchiadosi le stelle l'hanno accesa
dall'isola del Tino, alla Gorgona.
Sale dal mare, insieme alla fragranza,
un accorato canto, uno stornello;
l'onda si frange, con la risonanza,
spande di spuma lo scenario bello.
Da dove sono scorgo la città
nel rilucente, variopinto alone.
La luce artificiale che mi dà
un senso alla sopita ribellione.